La tredicesima edizione del Premio Sila ’49 entra nel vivo con l’annuncio dei dieci libri finalisti, rivelati questa mattina, martedì 11 marzo, durante una conferenza stampa nella sede della Fondazione Premio Sila, nel centro storico di Cosenza. Il presidente Enzo Paolini, la direttrice Gemma Cestari e i giurati, Valerio Magrelli, Emanuele Trevi e Nicola Lagioia, hanno sottolineato il valore culturale e storico del Premio, evidenziando anche la complessità del lavoro di selezione
Cosenza si conferma ancora una volta crocevia di cultura e letteratura con il Premio Sila ’49, uno dei riconoscimenti più prestigiosi del panorama editoriale italiano. Questa mattina, nella sede della Fondazione Premio Sila, nel cuore del centro storico della città, è stata annunciata la Decina 2025 ovvero i dieci libri finalisti della tredicesima edizione.
Ad accogliere un pubblico composto da giornalisti, appassionati di lettura e rappresentanti del mondo culturale locale e nazionale sono stati il presidente della Fondazione, Enzo Paolini, la direttrice del Premio, Gemma Cestari, e i giurati Valerio Magrelli, Emanuele Trevi e Nicola Lagioia (quest’ultimi collegati via web).
I dieci titoli finalisti
La rosa dei dieci libri scelti include opere di grande spessore narrativo e saggistico che rappresentano un viaggio attraverso storie, idee e riflessioni sull’Italia contemporanea: Nicoletta Verna, “I giorni di vetro” (Einaudi); Sandro Veronesi, “Settembre nero” (La nave di Teseo); Emanuela Anechoum, “Tangerinn” (Ediz. E/O); Diego De Silva, “I titoli di coda di una vita insieme” (Einaudi); Pierpaolo Di Mino, “Lo splendore” (Laurana); Andrea Piva, “La ragazza eterna” (Bompiani); Linda Ferri, “Il nostro regno” (Feltrinelli); Marco Lodoli, “Tanto poco” (Einaudi); Giulia Corsalini, “La condizione della memoria” (Guanda) e Marco Ferrante, “Ritorno in Puglia” (Bompiani).
Un lavoro complesso per una selezione prestigiosa
Durante la conferenza stampa, il presidente Enzo Paolini ha sottolineato il valore culturale e simbolico del Premio Sila e si è detto molto soddisfatto della presentazione. «Oggi è stata una magnifica occasione perché Valerio Magrelli, Nicola Lagioia ed Emanuele Trevi hanno presentato i dieci libri selezionati per questa edizione. Hanno ingolosito tutti quanti gli ascoltatori e i lettori, me per primo. A leggere questi straordinari affreschi di romanzi che abbracciano tanti aspetti della nostra vita quotidiana e della nostra storia».
La direttrice Gemma Cestari ha evidenziato la difficoltà del lavoro svolto dalla giuria e la varietà della Decina 2025: «Siamo molto soddisfatti della decina selezionata. È una rosa che tiene insieme tante voci interessanti dell’Italia contemporanea. Dieci libri straordinari che arrivano dopo un lavoro intenso e approfondito da parte dei giurati. Abbiamo autori esordienti e autori consolidati: grande letteratura ma con una varietà che quest'anno è proprio evidente».
Valerio Magrelli ha aggiunto che “la selezione è stata un percorso affascinante ma complesso”, mentre Emanuele Trevi ha parlato di “un’edizione che si distingue per la ricchezza delle proposte letterarie”. Nicola Lagioia ha infine definito il Premio Sila come “un’occasione importante per riflettere sulla letteratura italiana in dialogo con i grandi temi sociali ed esistenziali”.
Il valore storico e culturale del Premio Sila ’49
Nato nel 1949 come uno dei primi premi letterari italiani dedicati alla narrativa e alla saggistica impegnata socialmente e politicamente, il Premio Sila è tornato a nuova vita dal 2010 grazie al lavoro appassionato della Fondazione Premio Sila. Oggi rappresenta non solo un riconoscimento per gli autori ma anche un momento di incontro tra lettori e scrittori in una città come Cosenza che si propone come capitale culturale del Sud Italia.
La scelta dei dieci finalisti è stata resa ancor più significativa dal contesto storico in cui il Premio opera: quello di un’Italia che cerca nella cultura risposte alle sfide contemporanee. I libri selezionati spaziano tra generi diversi ma condividono l’intento di interrogare la realtà con profondità e originalità.
Prossimi appuntamenti
Con l’annuncio dei dieci finalisti si apre ora una fase cruciale del Premio: nei prossimi mesi, gli autori presenteranno le loro opere al pubblico attraverso una serie di incontri organizzati dalla Fondazione. Successivamente sarà compito della giuria ridurre la rosa a cinque titoli. Da questa ulteriore selezione emergerà il vincitore finale che sarà premiato durante una manifestazione pubblica destinata a coinvolgere l’intera città.
Il Premio Sila ’49 si conferma così non solo un riconoscimento letterario ma anche un’occasione per promuovere il dialogo culturale e rafforzare il legame tra letteratura e società civile. Come ha concluso Enzo Paolini: “Leggere questi libri significa riflettere su chi siamo oggi e su chi vogliamo essere domani”.
Le opere della Decina 2025
La selezione del Premio Sila '49 offre uno spaccato variegato della letteratura italiana, dove ogni autore traccia un percorso unico. Ne hanno ripercorso i tratti distintivi i tre giurati presenti alla conferenza stampa. In "I giorni di vetro" (Einaudi), Nicoletta Verna cattura l'attenzione con "una scrittura avvincente, capace di tenere il lettore incollato alla pagina", come sottolinea Nicola Lagioia. Sandro Veronesi, in "Settembre nero" (La nave di Teseo), crea un'opera che Valerio Magrelli definisce "un libro intarsiato con cura e amore, ma coronato da una tragica esplosione".
Il viaggio prosegue con "Tangerinn" (Ediz. E/O) di Emanuela Anechoum, dove Emanuele Trevi riconosce "un archetipo narrativo classico – il ritorno alle radici – ma lo fa con una tale freschezza e originalità". Diego De Silva, in "Titoli di coda di una vita insieme” (Einaudi), esplora la separazione e le realtà divergenti, come evidenziato da Trevi.
"Lo splendore" (Laurana) di Pierpaolo Di Mino si distingue per "un linguaggio che si distacca dalle mode del momento", secondo Trevi, mentre "La ragazza eterna" (Bompiani) di Andrea Piva, per Lagioia, "evoca temi universali come Eros e Thanatos". Due narrazioni che esplorano la realtà da prospettive diverse.
Linda Ferri, con "Il nostro regno" (Feltrinelli), crea "un'opera di alta letteratura", dove "la reciprocità tra i personaggi ha un'energia narrativa potente", come afferma Trevi. Marco Lodoli, in "Tanto poco" (Einaudi), offre un romanzo che Magrelli descrive come "un romanzo che si muove su un fondo costante di sofferenza e pietà cristiana".
Infine, Giulia Corsalini, con "La condizione della memoria" (Guanda), tesse "un continuo travaso tra presente e passato", secondo Magrelli, mentre Marco Ferrante, in "Ritorno in Puglia" (Bompiani), racconta "una saga familiare avvincente", con "le contraddizioni tipiche di una famiglia borghese", come sottolinea Lagioia.