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Dal 14 marzo conversazione su “Il delitto Maria Boccuzzi e la canzone di Marinella”
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Il prossimo 14 marzo sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” sul tema “Il delitto Maria Boccuzzi e la canzone di Marinella”. Quella di Marinella, fu davvero una storia vera. Marinella, in realtà, si chiamava Maria Boccuzzi, una ragazza di origini calabresi che emigrò negli anni ’20 a Milano. Il bellissimo brano scritto da Fabrizio De Andrè – cantato anche da Mina – non è frutto solo della fantasia del cantautore genovese, ma trae spunto da un fatto di cronaca nera realmente accaduto. Si tratta delle vicende della famiglia Boccuzzi, braccianti agricoli, originari della provincia di Reggio Calabria, che emigrarono a Milano in cerca di un futuro lavorativo migliore. Il nucleo familiare era composto da tre figli, due maschi ed una bimba di nome Maria, nata l'8 ottobre 1920 a Radicena,l'attuale comune di Taurianova. Maria sin da bambina, dimostra una spiccata passione per la danza, che sognava di trasformare in una carriera. Nonostante le difficoltà di integrazione della famiglia Boccuzzi nel contesto sociale e lavorativo meneghino, Maria, non smise mai di alimentare il suo sogno: in diversi momento della giornata, durante i pomeriggi d’estate, si esercitava nella piccola corte del palazzo dove viveva, immaginando il giorno in cui avrebbe calcato un vero palcoscenico.Alla giovane età di 15 anni, Maria trovò un lavoro come operaia presso la Regia Manifattura Tabacchi di via Moscova a Milano, dove sul posto di lavoro fece la conoscenza di uno studente universitario, ma la relazione amorosa non durò molto. Successivamente fece la conoscenza diLuigi Citti detto Jimmy, noto frequentatore di locali notturni meneghini, di cui divenne l'amante. Dopo esser caduta nelle grinfie del protettore Carlo Soresi, la donna fu costretta a prostituirsi negli anni successivi, spostandosi da Torino a Firenze, prima di ritornare a Miano, lungo i viali del fiume Olona. La notte del 28 gennaio 1953, la donna si spense a causa di colpi di revolver, e spinta, ancora agonizzante, lungo il fiume, per poi essere ritrovata nei giorni successivi. Anche se vennero indagati Soresi e Citti, il caso è caduto in prescrizione per mancanze di prove.Queste alcune delle cifre che saranno oggetto di analisi, nel corso della giornata di studi organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”, a cura di Gianni Aiello, Presidente del sodalizio organizzatore. La manifestazione, organizzata dall’Associazione reggina, rientra nel ciclo di incontri denominata “Una giornata per De Andrè - Popoli e Culture nel Mediterraneo”. La conversazione, organizzata dal sodalizio culturale reggino, sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da venerdì 14 marzo.

Foto dalla rete

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